Archivio | Maggio, 2018

Il ragazzo moro di capelli

31 Mag

Che delusione non averlo incontrato, adesso lo cerco anche qui, pensa. Si guarda intorno e intanto cerca il disco che le strapperà il cuore per giorni e giorni e che forse la farà litigare con Loris perché sarà scontrosa, antipatica, di cattivo umore. Dopo un intero pomeriggio passato ad ascoltare quel disco, a pensare con così tanto amore a Guido come potrebbe mai accogliere Loris come lui magari si aspetta? Il disco l’ha trovato, accarezza la copertina tutta piena di colori, cosa avranno da fare le copertine dei dischi così pieni di colori, pensa, poi cosa avranno da volerci trasmettere tutta questa finta gioia, forse chi fa le copertine dei dischi è tutta gente felice.
Dentro quel negozio è come tornare indietro di tre mesi, a prima dell’estate, prima di incontrare Loris, il mio povero buon Loris, pensa Chiara, vale la pena che metta in discussione il suo amore per me che è una cosa che esiste?, si chiede. Esiste anche Guido grida dentro se stessa, esiste, esiste dentro di me esiste. Si guarda intorno con aria smarrita, disperata, vorrebbe uno sguardo, uno sguardo amico, affettuoso, caro. Ci sono bei ragazzi lì dentro e anche ragazze carine e sorridenti. Davvero sono contente? Non sentono questo gran bisogno di chiedere continuamente aiuto come capita a me, non si sentono mai affogare, affogare nell’assenza, nella mancanza, nell’essere senza l’unica cosa che conta? Non si sentono mai così?
Si avvicina ad un ragazzo moro di capelli come Guido che tutto solo sta sfogliando a velocità supersonica pile di dischi. Ciao, gli dice Chiara. Forse come con Loris anche con lui funzionerà essere sincera e spontanea. Penserai che abbordo i ragazzi, gli dice. Lui senza smettere di consultare le sue pile di dischi, si volta un attimo verso di lei le le fa un rapido sorriso. Ti sembra una cosa normale che una ragazza si metta a parlare con uno che non conosce e che tra l’altro pare voglia farsi i fatti suoi? Il ragazzo consulta qualche altro disco e poi con tutta calma si volta verso Chiara. No, le risponde, forse non è normale, a me non era mai capitato, però dai non è una cosa grave, non fartene un problema, il fatto è che come vedi ho un po’ da fare. Fai prima a dire che non hai voglia di chiacchierare, dice Chiara. E pensa: il bello di quando si è disperati è che si diventa arditi e incoscienti. In quel momento per lei parlare con quel ragazzo è darsi un piccolissimo vantaggio sul senso di solitudine che l’ha assalita appena messo piede nel negozio di dischi.
Ma non ti andrebbe di prendere qualcosa insieme, che ne so un caffè, un tè?, gli chiede. Elemosino l’attenzione di un ragazzo sconosciuto e stasera verrà a casa mia il più bel ragazzo del mondo, dice intanto a se stessa. Perché lo faccio? Perché devo placare questo dolore qui, qui e Chiara si tocca il petto all’altezza del cuore. Ma ci siamo visti da qualche altra parte prima d’ora?, dice il ragazzo. All’Università forse, io faccio Economia e tu? Io non studio, risponde Chiara, lavoro, faccio la cameriera in un’osteria. Ah bello, fa il ragazzo. Cosa ah bello?, dice Chiara. Lavorare in un’osteria, dice lui. Si conosce gente, si chiacchiera un po’ con tutti. Più che altro si lavora duro, dice Chiara. Il padrone mi paga per pedalare fino alle 3 di notte. E i pomeriggi li passi nei negozi di dischi a parlare agli sconosciuti?, dice lui. Bé, non siamo più tanto sconosciuti, dice Chiara. Tu dove abiti?, chiede. Qui vicino, risponde lui. Poi fa due passi indietro per guardarla meglio, valutarla, intuire se valga la pena interrompere la sua ricerca musicale per lei, per portarsi a letto anche lei.

Uno che assomiglia ad un altro

25 Mag

Ho appena incontrato uno che assomigliava ad un altro. Mi ha fatto venire in mente un tempo lontano quando incontrai quest’altro con dei suoi amici. Io avevo in mano una vaschetta di gelato. Poco dopo dovevo andare ad un appuntamento con uno a cui poi non garbai, mi ero vestita con un tailleur carino di cotone color ghiaccio con la gonna corta. A quello con cui avevo appuntamento come ero vestita non piacque. Fu la prima cosa che mi disse all’appuntamento per una cenetta a casa sua. Fu una cena frugale, lui era uno di quei tipi che a cena mangiano una mela. Con quel gruppo di amici che incontrai prima dell’appuntamento facemmo due passi. Loro erano tristi, allora non sapevo perché, poco tempo dopo sì. 

Giorno di vento

22 Mag

Giorno di vento –
una foglia
diventa 
una lucertola

Coppie

19 Mag

Erano in viaggio di nozze.
In auto verso il sud  del paese lui disse:
E’ proprio nei primi giorni del matrimonio che certi capiscono di non essere fatti l’uno per l’altro.
Lei tacque.
Perché lo dice?, pensò tra sé.

Il primo volo

12 Mag

Ho in mano il corpo ancor caldo di vita di un piccolo merlo –
ha sbattuto contro la spessa vetrata –
è caduto dopo un gran tonfo –
gli ho mormorato vai vai credendoci anche –
ci sono momenti in cui  anche l’incredulo crede
se ha tra le mani il corpo ancor caldo
di un piccolo merlo
che ha tentato il suo primo volo dal nido –
anche l’ultimo – così succede –
avrà sentito un secondo o due o tre o quattro
d’aria sul corpo
gli sarà piaciuta-
invece il ronfo

Un mio racconto breve: tradimenti e furti

7 Mag

 

Tradimenti e furti

Dopo la partita di tennis stavamo bevendo qualcosa al bar del circolo. Maria mi fa: “Mio marito mi ha regalato un braccialetto d’oro molto costoso”. ” Ah bello, faccio io, qualche ricorrenza?” “No”, fa lei, “Il motivo è un altro. Ed è stato un vero choc conoscerlo. Il giorno dopo il regalo mi telefona una tipa e mi dice: sono stata l’amante di tuo marito per due anni, ora lui mi ha lasciato. Volevo tu lo sapessi. Ecco il motivo del regalo del braccialetto”. “Una specie di risarcimento”, faccio io. “E ora che farai?”,aggiungo. “Non lo lascio”, mi risponde Maria, “ma non sarà più come prima”. Maria mi piace soprattutto perché ha capelli biondi e lisci, a caschetto, che quando li asciuga dopo che abbiamo fatto la doccia sembra uscita dal parrucchiere. Ho ascoltato volentieri questa sua storia anche per questo. E poi nel raccontarla non sembrava davvero addolorata per il tradimento, ho avuto l’impressione che lo fosse di più per il regalo del braccialetto.
Mentre stiamo per uscire dal circolo ho un’illuminazione. Ho lasciato la mia lacoste bianca nello spogliatoio. Era vuoto quando abbiamo fatto la doccia io e Maria. Ora la lacoste non c’è più. Qualcuno mi ha rubato la mia vecchia maglietta bagnata di sudore e puzzolente. Ecco com’è che va con le persone, ti tradiscono e ti rubano la tua vecchia lacoste.

 

Io gioco per la doccia

3 Mag

 

Per un certo periodo sono stata socia di un circolo del tennis.C’era anche una bella piscina. In quel circolo c’ho passato un sacco di tempo, domeniche, estati, serate. Giocavo a tennis, partecipavo ai tornei. Una volta ho sentito dire a uno: io gioco per la doccia. E’ una frase che non so perché mi è sempre rimasta in testa. Ogni tanto penso c’è gente che gioca per la doccia. Nella mia mente negli anni si è trasformata in una specie di stile di vita o filosofia. Un modo di affrontare la vita. Come dire non mi importa di vincere, io gioco per la doccia. Come dire per dopo. Sì, ma dopo cosa?Cioè la doccia per cosa sta in questa specie di filosofia di vita? Il premio che comunque arriva?

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