E a volte
nel ricordo
l’occhio si spegne
diventa opaco
va oltre
la terra dell’umano dolore
perché c’è un oltre
dopo aver percorso
la terra incognita
del dolore profondo
che non sapevamo esistesse –
è come avere sempre sete
anche se si è bevuto
acqua fresca pulita –
in quell’oltre dei deserti
e degli oceani
e dell’universo tutto
l’occhio si spegne
in un vuoto
che dura un momento
dove tocchi
la morte dell’altro
dove conosci davvero
cos’è morire –
poi la vita riprende
A volte nel ricordo
10 NovI miei ricordi sono film
5 MarI miei ricordi sono film
brevi film
scene
una specie di corti –
durano secondi a volte
sono sempre gli stessi
oppure sono diversi –
ora in questi giorni riguardano persone a cui non pensav omai. Così credevo. Poi un cognome ne ha evocato un altro
del passato. Un passato, quel passato, quei luoghi, quelle persone: non ci pensavo mai. A quegli anni pensavo in generale, ma invece adesso ci penso in specifico, vedo dei corti – scene di un film che potrei montare e siccome non sono nè regista nè sceneggistore potrei ricavarne un romanzo. E così la mia scrittura partita da altro, buddismo, donne che se ne vanno, beat, hippy a Kathmandu, arriva al dunque, a me. A quella storia che vedo fatta a piccoli film. Così.
Una storia su cui potrei anche scrivere un racconto o addirittura un romanzo
6 FebChe importano gli anni
che importa il tempo
quel che rimane
sono le immagini –
e io vedo
una casa strana
una casa che era una specie di loft
per forza un loft –
che era stato una fabbrica
e ora era un loft
senza cibo
naturalmente
senza odori di cibo preparato
in casa –
e quando si usciva
per il ristorante
si diceva
“che buono odore che esce
dalla casa del portiere” –
e già da allora
nel tempo della nebbia
antica
sentivo in me
che solo quell’odore
era una casa –
e insomma
c’era questo posto
che essendo stato una fabbrica
aveva questo stanzone vuoto
dove
non so dove
non so come
armadi
scaffali
arnesi
insomma intere stanze
erano nascoste
incassate
da qualche parte
ma c’erano –
ma ricordo una tavola nera
con sopra
canovacci pieni
di arance
che erano state spremute –
e questo modo di spargere
su canovacci decine di
arance spremute
mi sembrava una cosa bella e strana –
sì
perché io lì
invidiamo e ammiravo
tutto e tutti
e mi sentivo un pesce fuor d’acqua
una che lì non c’entra
non è dei nostri
una che solo ci guarda
che è come mi sentivo sempre
allora –
alzando lo sguardo
dallo stanzone delle arance spremute
vidi il soppalco
dove sdraiata nel letto
stava lei, la Dea
la bella
la ricca
la amata –
e poi tutto deve essere precipitato
per lei, per noi
per tutti –
ci siamo salvati
alcuni
guardando
dentro noi stessi
e trovandoci
noi malgrado
anzi
malgrado noi
qualcosa di bello
Delle persone mi ricordo certi gesti
7 NovDelle persone mi ricordo certi gesti –
come una si tirava su una ciocca di capelli
e come l’altro mangiava il pane –
e il mio sguardo nel negozio di verdura
nel giorno prima dell’abbandono
e il mazzo di fiori appassiti
trovati al ritorno sul letto
e gli sguardi di chi
in quella tavola antica
parlava straniero
perché non capissi –
e lei che ballava
con una bottiglia di spumante sotto il braccio
perché era il suo compleanno
e i panini sempre quelli
mangiati in quel bar
dell’esilio romano –
singoli gesti
rimasti là immobili come fotografie –
non li evoco
vengono fuori da soli
non so da dove
non so perché
Sguardi, portici, piscine
11 GiuUno sguardo
grigio e tagliente
pantaloni bianchi trasparenti
“sembrano una tenda”
gli disse sorridendo il sorriso degli sconfitti –
lui torvo, serio
come ancora non lo conoscevo
non rispose –
mi allontanai
fingendo di leggere il quotidiano
allora ancora in voga –
li lasciai soli
avevo già vinto e lo sapevo
un portico
era inverno
guardai dentro un negozio
pieno di verdura –
ricordo il verde –
mi ricordo la rabbia di allora
che avevo sempre in corpo –
in quel caso
era una forma di disprezzo
la piscina
blu-azzurra
scintillante
piena di riflessi promettenti
del sole di luglio –
appoggiata con la schiena al bordo
le braccia a sorreggermi –
il cuore solo
tutto infine mi ha portato qui
a scrivere in questa giornata di giugno –
nubi, sole che va viene
cielo azzurro e merli
Il bello dei ricordi
6 MagIl bello dei ricordi
è che il tempo
li trasforma –
diventano
belle storie da scrivere
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