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A volte nel ricordo

10 Nov

E a volte
nel ricordo
l’occhio si spegne
diventa opaco
va oltre
la terra dell’umano dolore
perché c’è un oltre
dopo aver percorso
la terra incognita
del dolore profondo
che non sapevamo esistesse –
è come avere sempre sete
anche se si è bevuto
acqua fresca pulita –
in quell’oltre dei deserti
e degli oceani
e dell’universo tutto
l’occhio si spegne
in un vuoto
che dura un momento
dove tocchi
la morte dell’altro
dove conosci davvero
cos’è morire –
poi la vita riprende

Rondini

22 Giu

Stridor di rondini-
in me risuona triste –
vecchi, antichi
dimenticati ricordi

I miei ricordi sono film

5 Mar

I miei ricordi sono film
brevi film
scene
una specie di corti –
durano secondi a volte
sono sempre gli stessi
oppure sono diversi –


ora in questi giorni riguardano persone a cui non pensav omai. Così credevo. Poi un cognome ne ha evocato un altro

del passato. Un passato, quel passato, quei luoghi, quelle persone: non ci pensavo mai. A quegli anni pensavo in generale, ma invece adesso ci penso in specifico, vedo dei corti – scene di un film che potrei montare e siccome non sono nè regista nè sceneggistore potrei ricavarne un romanzo. E così la mia scrittura partita da altro, buddismo, donne che se ne vanno, beat, hippy a Kathmandu, arriva al dunque, a me. A quella storia che vedo fatta a piccoli film. Così.

Una storia su cui potrei anche scrivere un racconto o addirittura un romanzo

6 Feb

Che importano gli anni

che importa il tempo

quel che rimane

sono le immagini –

e io vedo

una casa strana

una casa che era una specie di loft

per forza un loft –

che era stato una fabbrica

e ora era un loft

senza cibo

naturalmente

senza odori di cibo preparato

in casa –

e quando si usciva

per il ristorante

si diceva

“che buono odore che esce

dalla casa del portiere” –

e già da allora

nel tempo della nebbia

antica

sentivo in me

che solo quell’odore

era una casa –

e insomma

c’era questo posto

che essendo stato una fabbrica

aveva questo stanzone vuoto

dove

non so dove

non so come

armadi

scaffali

arnesi

insomma intere stanze

erano nascoste

incassate

da qualche parte

ma c’erano –

ma ricordo una tavola nera

con sopra

canovacci pieni

di arance

che erano state spremute –

e questo modo di spargere

su canovacci decine di

arance spremute

mi sembrava una cosa bella e strana –

perché io lì

invidiamo e ammiravo

tutto e tutti

e mi sentivo un pesce fuor d’acqua

una che lì non c’entra

non è dei nostri

una che solo ci guarda

che è come mi sentivo sempre

allora –

alzando lo sguardo

dallo stanzone delle arance spremute

vidi il soppalco

dove sdraiata nel letto

stava lei, la Dea

la bella

la ricca

la amata –

e poi tutto deve essere precipitato

per lei, per noi

per tutti –

ci siamo salvati

alcuni

guardando

dentro noi stessi

e trovandoci

noi malgrado

anzi

malgrado noi

qualcosa di bello

 

Delle persone mi ricordo certi gesti

7 Nov

Delle persone mi ricordo certi gesti –
come una si tirava su una ciocca di capelli
e come l’altro mangiava il pane –
e il mio sguardo nel negozio di verdura
nel giorno prima dell’abbandono
e il mazzo di fiori appassiti
trovati al ritorno sul letto
e gli sguardi di chi
in quella tavola antica
parlava straniero
perché non capissi –
e lei che ballava
con una bottiglia di spumante sotto il braccio
perché era il suo compleanno
e i panini sempre quelli
mangiati in quel bar
dell’esilio romano –
singoli gesti
rimasti là immobili come fotografie –
non li evoco
vengono fuori da soli
non so da dove
non so perché

Sguardi, portici, piscine

11 Giu

Uno sguardo
grigio e tagliente
pantaloni bianchi trasparenti
“sembrano una tenda”
gli disse sorridendo il sorriso degli sconfitti –
lui torvo, serio
come ancora non lo conoscevo
non rispose –
mi allontanai
fingendo di leggere il quotidiano
allora ancora in voga –
li lasciai soli
avevo già vinto e lo sapevo

un portico
era inverno
guardai dentro un negozio
pieno di verdura –
ricordo il verde –
mi ricordo la rabbia di allora
che avevo sempre in corpo –
in quel caso
era una forma di disprezzo

la piscina
blu-azzurra
scintillante
piena di riflessi promettenti
del sole di luglio –
appoggiata con la schiena al bordo
le braccia a sorreggermi –
il cuore solo

tutto infine mi ha portato qui
a scrivere in questa giornata di giugno –
nubi, sole che va  viene
cielo azzurro e merli

 

Il bello dei ricordi

6 Mag

Il bello dei ricordi
è che il tempo
li trasforma –
diventano
 belle storie da scrivere

Il Libro Ignorante

Pensieri a margine di quei cosi noiosi con tante pagine

Matavitatau

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