La tovaglia a fiori grandi ( hospice)

La tovaglia a fiori grandi
dentro quadrati rossi, blu, arancioni
verdi, gialli
ammirata tante volte
anni ormai
ogni volta pulita
e ogni volta riposta –
ogni volta si beve il thè
si mangiano i pasticcini
si parla
se ci si riesce –
si viene qui come si può
se si può
se ci si riesce –
ci sono passati in tanti
qui nella nostra sala da thè
si viene, si entra
poi si esce
si torna –
è così che va “qui”
come “là”
come ovunque
dove c’è vita

Anche io vorrei da amici scrittori…

Anche io vorrei da amici scrittori
essera amata
come Allen Ginsberg
amava i suoi tre amici:Jack Kerouac, William Burroughs, Neal cassady
quando dei loro libri scriveva:
” Kerouac nuovo Buddha
della prosa americana,
William Burroughs
autore di Naked Lunch
che porterà chiunque alla pazzia,
Neal Cassady, che ha illuminato Buddha” –
E aggiunge che i loro libri
“Sono pubblicati in cielo”

Hospice

La donna è piccola
ha occhi neri –
li guardo
tengo il contatto
come a volte non faccio
perché piena di timori
per me, per loro
per cosa dire
e cosa fare
offrire il thè
o non offrirlo
e aspettare un loro cenno
una loro disponibilità
ma ora invece
qui nel cortile dell’Hospice
dove la piccola donna fuma
la guardo negli occhi
mentre parla della madre
che pian piano si spegne
e in quegli occhi neri
vedo sofferenza e pazienza
speranza e disperazione –
insomma ci vedo
una persona che ci prova

Perché leggo Kerouac

Non leggo Kerouac
per la storia
in fondo neanche per lo stile –
leggo Kerouac per il piacere

La paura

La paura
è un buco piatto –
non ha neanche un fondo
non si scivola
non si cade
non si precipita
si sta lì
immobili
nel nero-nero –
si aspetta che passi

Quando la mente

E quando la mente
sarà finalmente vuota
la poesia
non sarà più necessaria