Archivio | miei saggi RSS feed for this section

Un bellissimo documentario degli anni ’60 sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac

24 Feb

 

 

 

Contiene testimonianze dirette dei protagonisti della beat Generation; è presente anche Timothy Leary che dice cose stravaganti ma di grande interesse. Ci sono filmati dell’epoca davvero inediti sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac. Vi compaiono Ginsberg, naturalmente, ma anche Corso, Orlovsky, Waldman, Burroughs, gli studenti che la frequentano. Ci sono letture di poesie in mezzo alla strada, piccole manifestazioni contro la guerra interrotte da poliziotti che hanno la stessa età degli studenti e tutto sommato si comportano in modo gentile, li invitano a spostarsi dal centro della strada o li spostano di peso ma con maniere non violente.
Un mondo a parte quello beat-psichedelico-hippy nelle sue manifestazioni più spontanee, prima che il mercato se ne impossessasse.
Alla scuola di scrittura le lezioni avvengono in luoghi informali, tipo soggiorni con sedie e poltrone sparse qua e là. Gli insegnanti parlano come viene loro di fare lì per lì, in modo del tutto spontaneo, improvvisato, stanno in mezzo agli studenti, non c’è separazione tra gli uni e gli altri. Magnifico, teatrale, Ginsberg quando legge le sue poesie accompagnato dall’harmonium che suona anche bene. Burroughs, come dice Ginsberg nel commento al documentario sembra uno della CIA dai modi di fare calmi e prudenti. Adorante la sempre presente Fernanda Pivano che ascolta scegliendo un angolo della stanza in cui rifugiarsi dalla luce accecante di tanta genialità raccolta tutta insieme davanti a lei.

Lucio Battisti e la sublime disperazione d’amore

26 Nov

Ci sono romanzi, racconti, poesie e canzoni che colpiscono il cuore e rimangono lì per sempre. Le canzoni contenute nell’album “Emozioni” del 1970, frutto della collaborazione tra Lucio Battisti e Mogol, fanno parte a pieno titolo di questa categoria.C’è stato un tempo in cui un ragazzo e una ragazza si conoscevano ballando un lento.
Vuoi ballare?
Sì, se era carino
No, se era brutto
Se era carino si cominciava così: Come ti chiami? Cosa fai? E basta. Poi si ballava il lento, su Gino Paoli, ad esempio, oppure su Lucio Battisti appunto. Per essere quel tempo lontano dei lenti (anni ’60-’70 ) un periodo puritano e bacchettone, questo fatto che alle feste private, che usavano molto, e nei locali si ballassero i lenti era una gran furbata. C’era questo immediato contatto fisico, fatto di tatto, odorato, vista, ci si abbracciava, insomma, prima ancora di conoscersi. Ed era una cosa considerata normale, del tutto non trasgressiva. Era considerato normale cioè che ci si toccasse prima di conoscersi sul piano mentale. Bello, no? Sì, perché cosa c’è di più intimo tra due estranei che ballare un lento su una canzone d’amore di Lucio Battisti? Tra i due cominciava subito una storia, a volte “solo” un’amicizia, altre iniziava e finiva con quel primo e unico ballo; ma era comunque una storia di corpi, cuori e sentimenti. E questo perché si svolgeva in presenza di quel motore potente che è una canzone d’amore. Naturalmente non tutte le canzoni d’amore hanno questo potere di trapassare corpo e mente ed insediarsi stabilmente nel nostro cuore. Quelle di Lucio Battisti sì. Sono racconti, storie vere e proprie e sono le nostre! E’ quello che ci sta capitando, ci è capitato o ci capiterà. Spesso le canzoni dell’album “Emozioni” sono storie d’amore non ricambiato o frainteso, sono cioè storie dell’amore disperato. E il loro potere evocativo sta nella meravigliosa miscela che si crea tra la musica, le parole e la voce inconfondibilmente coinvolgente e romantica di Lucio Battisti. Prendiamo “ Fiori rosa fiori di pesco”. Prima di tutto c’è questo chiedere all’amata “scusa”. Solo i perdenti e gli incompresi in una storia d’amore chiedono sempre scusa. E subito dopo dice: “Sono venuto qui questa sera, fammi entrare per favore”. A chi non è capitato di chiedere e di implorare…di umiliarsi. Perché umiliarsi per amore è una cosa nobile e bella. Lei, l’amata, ha le mani fredde e trema; che bello, forse mi ama ancora, pensa lui. Ma poi vede l’altro e chiede scusa anche a lui: “ Signore chiedo scusa anche a lei”, dice. Chi non si è mai trovato in una situazione del genere alzi la mano.
Perché “Mi ritorni in mente” non è deliziosamente disperante? Lui e lei ballano insieme. Si capisce subito che la più forte nel rapporto è lei. Lui infatti è quello che ama di più. Dice il testo: “Quella sera ballavi insieme a me/ e ti stringevi a me/ all’improvviso, mi hai chiesto lui chi è/ lui chi è/ un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso/ il nostro amor dissolversi nel vento/ ricordo, sono morto in un momento” Le canzoni hanno testi che naturalmente vanno ascoltati insieme alla musica . Ma questi delineano la scena di una storia che ha un prima e un dopo. E la parola più importante che dà il senso alla storia è “All’improvviso”. All’improvviso è il topos di ogni romanzo, racconto, poesia che si rispetti. Perché tutto nel cuore umano avviene “all’improvviso”. Ed infatti basta l’ istante di uno sguardo per passare dall’idillio romantico alla disperazione. Perché lei fa quella domanda così crudele: “lui chi è?” E soprattutto perché la fa proprio a quello a cui è abbracciata? La risposta è semplice. Lei ha così tanto potere da volere che sia il suo innamorato diventato “all’improvviso” il suo ex innamorato, a portarle su un piatto d’argento il suo nuovo amore. Tanto che lui ricordando quell’amore ormai finito dice “ ricordo sono morto in un momento”. La morte nel cuore, chi non l’ha provata? Prima del tradimento, prima dell’essere lasciati. Perché il cuore sa tutto prima, molto prima della ragione, delle spiegazioni, delle parole.
La disperazione d’amore è il tema di tante altre canzoni di Lucio Battisti, basti pensare alle celebri parole contenute in “Emozioni” (che dà il titolo all’album del 1970): “E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte/ per vedere/ se poi è così difficile morire. Oppure le parole altrettanto celebri di “Non è Francesca”, in cui il tradimento non viene preso in considerazione tra le cose che possono accadere: “Se c’era un uomo poi,
no, non può essere lei/Francesca non ha mai chiesto di più/chi sta sbagliando son certo sei tu/Francesca non ha mai chiesto di più/
perché/ lei vive per me. Cito infine la più emblematica tra le canzoni di Battisti sulla disperazione d’amore: “Io vivrò” in cui si dice: “Che non si muore per amore/è una gran bella verità/…solo continuerò e dormirò/mi sveglierò, camminerò/lavorerò, qualche cosa farò/qualche cosa farò/ sì, qualche cosa farò/qualche cosa di sicuro io farò/piangerò/sì io piangerò…”
Le canzoni dell’album di Battisti del 1970 le trovate cantate da Lucio Battisti qui:http://www.youtube.com/watch?v=F3NhSTix6rM&index=2&list=PLE6A1EC6093E54079

 

Il Libro Ignorante

Pensieri a margine di quei cosi noiosi con tante pagine

Matavitatau

The hardest thing in this world is to live in it. Be Brave. Live. For Me...

slowforward

entropy for free || entropia gratis || marco giovenale & co.

La lente e la penna

Appunti di viaggio di un turista delle parole

bootblog

giochi di parole

L'Orto di Rosanna

Diritti D’autore In breve: potete citare senza alterare, senza fini commerciali e riportando la fonte.

Chic After Fifty

Il blog di Anna da Re

Convenzionali

Vediamo un po'...

libroguerriero

se non brucia un po'... che libro è?

L'Altrove - Appunti di poesia

Blog e Rivista di poesia

Traduco Canzoni.

Portiamo parole straniere ad orecchie italiane. Un album per ogni post. Qualsiasi genere, anche quelli che non vi piacciono. Tradotti bene eh, mica con Google Translate. Per cercarle c'è un bel link là sopra, che qua non mi fa mettere una ceppa.

Gesù per atei

Il blog personale di don Fabrizio Centofanti

Tuffi

Una rivista che ti porta in profondità

PARLA DELLA RUSSIA

I took a speed-reading course and read War and Peace in twenty minutes. It involves Russia.