Pendono
strani
scrigni
dorati antichi
Una volta ho lavorato in un’osteria per vedere com’è
26 GiuAllora stavo con un uomo che aveva un’osteria. Ci lasciavamo spesso, litigavamo; ci lasciavamo, ci riprendevamo. Alla fine poi ci lasciammo davvero. Comunque una volta che eravamo lasciati perché lui si era messo con un’altra, gli dissi: almeno trovami un passatempo per la sera, mi sento sola. Allora lui disse ad una sua amica che aveva un’osteria di prendermi a darle una mano dalle nove della sera in poi. Durò solo una settimana, poi mi stufai e non ci andai più. Fu un’esperienza interessante. L’osteria per quella donna era “il suo posto”. Di comando. Di potere. Me lo sono sudato, ci sguazzo e ci guadagno tutti i soldi che riesco a guadagnarci, sembrava continuamente far capire con il suo modo di fare. Si chiamava Rita, era bassina di statura ma con un viso carino e un bel personale. Faceva la sua figura anche per il modo deciso, imperativo di parlare. Io non avevo mai lavorato in un locale ma ero molto curiosa di farlo. Me la cavai fin dalla prima sera. Bisognava apparecchiare e poi sparecchiare portando via tonnellate di gusci di arachidi e semi di zucca, montagne di piatti di salmone e burro con pane tostato, altre montagne di tagliatelle al ragù, oltre a bottiglie di birra e vino, bicchieri di tutti i tipi, per acqua, vino, liquori. Parte del tempo lo passavo accanto a Rita dietro il bancone dove lei mi istruiva sul da farsi e intanto si versava un po’ di vino per tirarsi su e portare avanti la serata. Comincia anche io a versarmene un goccio ogni tanto, magari mentre lavavo i bicchieri. Poi andavo avanti e indietro dalla cucina che era piccola e per niente di livello professionale. Tutto si faceva su una cucina economica normalissima e su un tavolo di formica. Poi c’era un tavolo più piccolo per l’affettatrice dei salumi. Per preparare le portate di salmone si sprecava un sacco di burro, anche per preparare i tagliolini al salmone, ma allora le osterie non erano ancora attrezzate come ristoranti e tutto era un po’ raffazzonato. Ma almeno nell’osteria di Rita di soldi se ne facevano, anzi ne faceva lei a palate. L’ultima sera stavo lavando dei bicchieri dietro il bancone. Uno che stava lì davanti e mi guardava disse: da come lavi i bicchieri si capisce che sei timida e insicura e che stai male per qualcosa. Io non risposi niente.
Il sentiero stellato di Paolo Vites
17 GiuCosa vuol dire essere tra i massimi esperti mondiali di una tra le più importanti personalità della cultura dell’ultimo secolo? La risposta ce la potrebbe fornire Paolo Vites, anche se sarebbe lui stesso il primo a schernirsi. Però, bando alla timidezza, parliamo di un giornalista che di Bob Dylan conosce vita e miracoli più di quanto non ne conosca Dylan stesso.
Va bene Greil Marcus, e con lui Ratso Sloman, Robert Shelton, Clinton Heylin, Anthony Scaduto, ma laddove la competenza storica non teme i nomi più celebri, la prosa dà un verdetto per chi scrive inappellabile: ubi Vites, Marcus cessat.
Di anni ne ho (ne abbiamo) qualcuno di troppo sulle spalle per scrivere che ho visto il futuro della critica rock e il suo nome e…, ma insomma, leggete una sua pagina e poi non dite di non avere il cuore più caldo…
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Il 22 Giugno alle ore 21,30 parteciperò all’interno dello Spazio Guerra di Reggio Emilia in Piazza XXV Aprile n. 2 ad una discussione sulla Beat generation
7 GiuIl 22 Giugno alle ore 21,30 parteciperò all’interno dello Spazio Guerra di Reggio Emilia in Piazza XXV Aprile n. 2 ad una discussione sulla Beat generation; l’evento si situa all’interno della mostra sulla beat generation in corso fino al 22 Luglio: (http://www.spaziogerra.it/2017/04/03/community-era-echoes-from-the-summer-of-love/). Parlerò della figura di Neal Cassady a partire dal mio romanzo Il bardo psichedelico di Neal Altri partecipanti all’evento: Luciano Guidetti, curatore di Beat2Beat; Mirko Colombo di K – Rock Radiostation Interventi musicali dal vivo di Elia Baioni e Thomas Alghisi Selezione musicale di Mirko Colombo
Al bar sul laghetto
1 GiuAl tavolino del bar
con l’amica si parla –
invece
giù nel laghetto
una tartarughina nuota
a pelo d’acqua
e anche un pesce
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