Archivio | dicembre, 2015

Inconscio e Karma

29 Dic

Mi accorgo
che tutto avviene dentro di me
a mia insaputa –
l’Occidente lo chiama Inconscio
il Buddismo Karma

Ascoltando Ave Maria di Giovanni Sollima

28 Dic

E il suo corpo si scuote
la testa che invoca
la voce che implora
quasi urlando
però
quasi urlando però

“Sogni e improvvisazioni” di Dianella Bardelli

28 Dic

Testi inediti di Dianella Bardelli

Ascoltando il Concerto Rotondo di Giovanni Sollima

E c’è l’Oriente
la Persia
l’ Asia –
sottili veli viola –
ma poi arriva Parigi
Pigalle
strade di pioggia
nera
gente, facce –
questo è il bello che stordisce
se chiudi gli occhi parti
neanche fosse l’LSD –
intorno a lui si sparge
come un fumo –
ora è il Western
il deserto
e la polvere calda
arancione -–
improvvisa?
spero di sì
come fosse un’arpa

***

E c’era un Occidente

E c’era un Occidente
che sembrava l’Oriente
forse lo imitava
forse il secondo aveva conquistato il primo
noi eravamo occidentali
vivevamo precariamente
lungo una strada
asfaltata nera
piena di gente ai bordi
che vendeva e comprava –
ricordo qualcuno di noi dire:
“eh guarda quella catasta di cotone
come in India” –
e c’era della carne
che c’eravamo portati dietro
che era andata a male –

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In cima ai due alberi

27 Dic

In cima ai due alberi
gli ultimi pochi cachi
di un mese fa –
non cadono –
uccellini e merli
li ignorano
sono del giardino
l’unico vero colore –
sentinelle del prato
fangoso e brullo
si fanno guardare
come fossero palle colorate
di un originale, alternativo
albero di Natale

L’anima è una tana o un pozzo

22 Dic

L’anima è una tana
o un pozzo –
la tana è piccola
come quella di una volpe –
ci si sta bene
c’è caldo
ci si può rilassare
dalle fughe, dai pericoli
ci si può dormire
o pensare
o sognare –
quando l’anima è un pozzo
è nero
fondo
silenzioso
ma di quel silenzio
che è solo pena

E c’erano i sapienti

17 Dic

E c’erano i sapienti
e un sacco di gente
in quelle stanze grandi e piccole –
c’erano corridoi
che portavano in queste stanze
era un posto chiuso
un appartamento
un posto chiuso
di sapienti e gente
che li ascoltava –
c’erano anche dei curiosi
che non erano discepoli dei sapienti
questi avevano un’aria, un modo di fare diverso
erano sicuri di sè
come sempre succede a chi
ha trovato qualcosa
che assomigli ad un tesoro –
altri  erano venuti lì per curiosare
imparare qualcosa
evolversi nella mente
aprirsi e trovare la pace –
io ero uno di questi
come si suol dire ero/sono in un cammino
senza  un punto di partenza
e un punto d’arrivo
perché io un tesoro
un tesoro vero
non l’ho mai trovato –
in questo appartamento
dove alcuni sapienti parlavano
io andavo da una stanza all’altra
ad ascoltare l’uno e l’altro
e c’erano proprio i loro discorsi
erano giusti e li capivo
ma non li ricordo più
purtroppo –
ma succede sempre così
si capisce qualcosa
ci sembra di capire qualcosa
ma poi lo dimentichiamo –
preferiamo
mangiare
guardare la Tv
mandare messaggini
girare in linkedin
o nelle news sul telefonino –
le abbiamo ascoltate tante volte
quelle parole di saggezza
e c’erano sembrate sempre
utili, perfette per noi –
ma poi ce le siamo scordate
siamo fatti così
siamo fatti male –
e c’era uno che moriva
e tutti in quel grande appartamento
lo andavano a trovare
entravano e uscivano
come per andare a salutarlo
o a sentire da lui le ultime parole –
sarei voluta entrare anche io
in quella stanza
ma c’era troppa gente
in quel corridoio
era come un muro di gente
che non mi faceva passare
e così io non vedevo
l’uomo che stava per morire –
tornavo allora indietro
nella stanza dove il sapiente
aveva parlato tanto bene
io avevo potuto sedermi
al tavolo dove lui parlava
“come fossi stata una di loro”
ma ora la stanza era vuota
e io avevo paura
che il sapiente non sarebbe tornato
e io non mi sarei seduta più
al tavolo dove lui parlava –
ne ero angosciata
mi dispiaceva
come se ancora una volta
dovessi rimettermi come sempre
in un nuovo solitario cammino

L’improvvisazione di scrittura è lo stile della mente

13 Dic

Nella letteratura italiana  c’è l’impero della tradizione. Molti pensano che nella poesia non si siano fatti passi avanti dopo Dante e Petrarca. Secondo loro il poeta è colui che lima i suoi versi, cioè li abbellisce. Questo avviene perché in Italia non si sa improvvisare. Si pensa che in poesia improvvisare non si possa fare. Magari in teatro sì, in poesia no. Quelli che pensano così non sanno che l’improvvisazione poetica è uno stile, fa parte di un canone un bel pò successivo a Dante e Petrarca. Fu inaugurato da Jack Kerouac e Allen Ginsberg negli USA a partire dalla metà degli anni ’40. Jack per primo capì che l’improvvisazione di scrittura è lo stile della mente. E’ il ritmo della mente. Sì, perché l’unione di cuore e pensiero ( la cosiddetta ispirazione ) produce in poesia ( ma anche in prosa ) un ritmo determinato, un andamento molto determinato ma spontaneo, che in qualto tale non si può correggere. Oppure lo si può fare in minima misura e non per abbellire, confezionare meglio il prodotto.

Una poesia su Parigi di James Koller

9 Dic

Polypheme surprenant acis et galatée

The four of us sit  inside, Cafe Rostrand,
look out at le Jardins & the soft rain.
Alba is perched on books on a chair,
eats vanilla & atrawberry ice cream with a spoon.
Karl & Marielle are eating baked apple pie.
I wait for my onion soup.

The four of us finally walk across the street,
through the gateway, into the gardens,
under umbrellas, is raincoats.
Alba is delighted to play in the wet gravel.
Karl leads us to the fountain,
the statues of a naked man & woman,
lying togheter at water’s edge.
You & me, he says, turning to Marielle,
I’ thin, she says.

I suppose I am beast above,
trying hard watch it all.

As the four of us move from the gardens,
we look at the exhibition,
huge photos hung on iron fence.
I note one of wedding procession
heading of a finish line ribbon.

2 Novembre 2005 Paris

Improvvisazione ascoltando Concerto Rotondo di Giovanni Sollima

5 Dic

locandina

E c’è l’Oriente
la Persia
l’ Asia –
sottili veli viola –
ma poi arriva Parigi
Pigalle
strade di pioggia
nera
gente, facce –
questo è il bello che stordisce
se chiudi gli occhi parti
neanche fosse l’LSD –
intorno a lui si sparge
come un fumo –
ora è il Western
il deserto
e la polvere calda
arancione –
improvvisa?
spero di sì
come fosse un’arpa

Il Libro Ignorante

Pensieri a margine di quei cosi noiosi con tante pagine

Matavitatau

The hardest thing in this world is to live in it. Be Brave. Live. For Me...

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