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Gary Snyder, Madre Orsa (The bear mother)

8 Gen

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Leggo dalla quarta di copertina di questo piccolo libro di poesie: “ Gary Snyder poeta e scrittore di fama mondiale, buddhista laico, bioregionalista praticante. Vive alle pendici della Sierra Nevada, in California. Con la poesia ha ridato voce alla vera natura dentro e fuori l’essere umano. Con la scrittura ha tracciato un percorso. Con la vita ha insegnato la pratica del selvatico”.
Aggiungo che ha vinto un gran numero di premi, tra cui il Pulitzer per L’isola della tartaruga ( The Turtle Island ); l’ultimo suo libro pubblicato in Italia è “La pratica del selvatico”, Fiori Gialli edizioni.
Altri libri di Gary Snyder usciti in traduzione italiana sono: La grana delle cose (Gruppo Abele); Ri-abitare il Grande Flusso (Arianna editrice); L’isola della Tartaruga (Stampa Alternativa); Ritorno al Fuoco ( Coniglio editore).

Madre Orsa, contiene un gruppo di poesie (in lingua originale con traduzione a fronte) dedicate tutte alla figura mitica dell’Orso. Si rifanno ad una leggenda incentrata sulla figura mitica della Madre Orsa che Snyder racconta nell’altro suo libro “La pratica del selvatico”. Vi sono varie versioni di questa storia ma appartengono tutte alla tradizione orale dei nativi americani.

Nella poesia “ La via a Ovest, Sotterranea (The Way West, Undergound)
si sorvolano come in un volo d’alta quota i luoghi dove vive l’orso:
The split-cedar
smokes salmon
cloudy days pf Oregon,
the thick fir forests.
Balck Bear heads uphill in
plumas county,
round bottom scuttling through willows…

Traduzione:
Salmone affumicato col cedro spaccato
giornate nuvolose dell’Oregon
fitte foreste di abeti.
Nella contea di Plumas
l’Orso Bruno sale di quota,
sederotto tondeggiante, sculetta tra i salici…

In “ Proprio nel sentiero” l’orso viene avvistato vicino a casa:

Here it is, near the house,
a big pile, fat scats,
studden with thouse deep red
smooth-skinned manzanita berries…

Traduzione
Eccolo qui, vicino a casa,
un mucchio grosso di feci grosse,
punteggiate di bacche lisce di manzanita
color rosso vivo…

Molto bella è anche la breve “Madre Orsa”
She veils herself
to speak of eating salmon
teases me with
“ What do you know of my ways”
and kisses me through the mountain…

Traduzione
Lei si nasconde
per parlare di salmone mangiato
mi punzecchia
“ Cosa ne sai dei miei modi”
e mi bacia attraverso la montagna…

Queste poesie di Gary Snyder come molte altre sue, nascono dall’osservare , odorare, toccare, intuire, percepire, esternamente e internamente cose molto diverse da quelle che può percepire una persona come me. Vivo in campagna e già mi sembra un miracolo e un privilegio fare una passeggiata e sentire lo scorrere dell’acqua in un canale di irrigazione, o vedere sul mio cammino sassolini , o osservare che fa già caldo ma gli alberi sono ancora senza foglie, o vedere che l’orto del vicino è già pronto e ordinato per le semine primaverili.
E’ chiaro che se sul proprio cammino si vedono tracce e feci di orso si vede dentro e fuori di sé qualcosa di diverso, quello che Snyder chiama percepire “Il selvatico”, la vita Selvatica.
Questo libretto ce ne dà una piccola ma significativa prova.
La copertina contiene l’immagine, a mio parere potente e bellissima, del lavoro di un’artista americana, Suzanne deVeuve che crea quella che lei stessa nel suo sito definisce “ Arte visionaria”.

Il libretto viene venduto al prezzo di 5 euro (avete letto bene, solo 5 euro!) e fa parte della serie terrapoesia della rivista Lato Selvatico.
Lo si può acquistare richiedendolo qui:
Lato Selvatico “ Libraria”
Strada Digagnola 24
46027 Portiolo ( Mantova)
e-mail: moretti@iol.it
Allo stesso indirizzo mail si possono richiedere altri testi della serie terrapoesia oltre a quelli legati al bioregionalismo.

Qui potete trovare un’intervista fatta a Gary Snyder da parte di Giuseppe Moretti: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=2080

Qui una mia intervista a Giuseppe Moretti sulla sua amicizia con Gary Snyder

Lucio Battisti e la sublime disperazione d’amore

26 Nov

Ci sono romanzi, racconti, poesie e canzoni che colpiscono il cuore e rimangono lì per sempre. Le canzoni contenute nell’album “Emozioni” del 1970, frutto della collaborazione tra Lucio Battisti e Mogol, fanno parte a pieno titolo di questa categoria.C’è stato un tempo in cui un ragazzo e una ragazza si conoscevano ballando un lento.
Vuoi ballare?
Sì, se era carino
No, se era brutto
Se era carino si cominciava così: Come ti chiami? Cosa fai? E basta. Poi si ballava il lento, su Gino Paoli, ad esempio, oppure su Lucio Battisti appunto. Per essere quel tempo lontano dei lenti (anni ’60-’70 ) un periodo puritano e bacchettone, questo fatto che alle feste private, che usavano molto, e nei locali si ballassero i lenti era una gran furbata. C’era questo immediato contatto fisico, fatto di tatto, odorato, vista, ci si abbracciava, insomma, prima ancora di conoscersi. Ed era una cosa considerata normale, del tutto non trasgressiva. Era considerato normale cioè che ci si toccasse prima di conoscersi sul piano mentale. Bello, no? Sì, perché cosa c’è di più intimo tra due estranei che ballare un lento su una canzone d’amore di Lucio Battisti? Tra i due cominciava subito una storia, a volte “solo” un’amicizia, altre iniziava e finiva con quel primo e unico ballo; ma era comunque una storia di corpi, cuori e sentimenti. E questo perché si svolgeva in presenza di quel motore potente che è una canzone d’amore. Naturalmente non tutte le canzoni d’amore hanno questo potere di trapassare corpo e mente ed insediarsi stabilmente nel nostro cuore. Quelle di Lucio Battisti sì. Sono racconti, storie vere e proprie e sono le nostre! E’ quello che ci sta capitando, ci è capitato o ci capiterà. Spesso le canzoni dell’album “Emozioni” sono storie d’amore non ricambiato o frainteso, sono cioè storie dell’amore disperato. E il loro potere evocativo sta nella meravigliosa miscela che si crea tra la musica, le parole e la voce inconfondibilmente coinvolgente e romantica di Lucio Battisti. Prendiamo “ Fiori rosa fiori di pesco”. Prima di tutto c’è questo chiedere all’amata “scusa”. Solo i perdenti e gli incompresi in una storia d’amore chiedono sempre scusa. E subito dopo dice: “Sono venuto qui questa sera, fammi entrare per favore”. A chi non è capitato di chiedere e di implorare…di umiliarsi. Perché umiliarsi per amore è una cosa nobile e bella. Lei, l’amata, ha le mani fredde e trema; che bello, forse mi ama ancora, pensa lui. Ma poi vede l’altro e chiede scusa anche a lui: “ Signore chiedo scusa anche a lei”, dice. Chi non si è mai trovato in una situazione del genere alzi la mano.
Perché “Mi ritorni in mente” non è deliziosamente disperante? Lui e lei ballano insieme. Si capisce subito che la più forte nel rapporto è lei. Lui infatti è quello che ama di più. Dice il testo: “Quella sera ballavi insieme a me/ e ti stringevi a me/ all’improvviso, mi hai chiesto lui chi è/ lui chi è/ un sorriso, e ho visto la mia fine sul tuo viso/ il nostro amor dissolversi nel vento/ ricordo, sono morto in un momento” Le canzoni hanno testi che naturalmente vanno ascoltati insieme alla musica . Ma questi delineano la scena di una storia che ha un prima e un dopo. E la parola più importante che dà il senso alla storia è “All’improvviso”. All’improvviso è il topos di ogni romanzo, racconto, poesia che si rispetti. Perché tutto nel cuore umano avviene “all’improvviso”. Ed infatti basta l’ istante di uno sguardo per passare dall’idillio romantico alla disperazione. Perché lei fa quella domanda così crudele: “lui chi è?” E soprattutto perché la fa proprio a quello a cui è abbracciata? La risposta è semplice. Lei ha così tanto potere da volere che sia il suo innamorato diventato “all’improvviso” il suo ex innamorato, a portarle su un piatto d’argento il suo nuovo amore. Tanto che lui ricordando quell’amore ormai finito dice “ ricordo sono morto in un momento”. La morte nel cuore, chi non l’ha provata? Prima del tradimento, prima dell’essere lasciati. Perché il cuore sa tutto prima, molto prima della ragione, delle spiegazioni, delle parole.
La disperazione d’amore è il tema di tante altre canzoni di Lucio Battisti, basti pensare alle celebri parole contenute in “Emozioni” (che dà il titolo all’album del 1970): “E guidare come un pazzo a fari spenti nella notte/ per vedere/ se poi è così difficile morire. Oppure le parole altrettanto celebri di “Non è Francesca”, in cui il tradimento non viene preso in considerazione tra le cose che possono accadere: “Se c’era un uomo poi,
no, non può essere lei/Francesca non ha mai chiesto di più/chi sta sbagliando son certo sei tu/Francesca non ha mai chiesto di più/
perché/ lei vive per me. Cito infine la più emblematica tra le canzoni di Battisti sulla disperazione d’amore: “Io vivrò” in cui si dice: “Che non si muore per amore/è una gran bella verità/…solo continuerò e dormirò/mi sveglierò, camminerò/lavorerò, qualche cosa farò/qualche cosa farò/ sì, qualche cosa farò/qualche cosa di sicuro io farò/piangerò/sì io piangerò…”
Le canzoni dell’album di Battisti del 1970 le trovate cantate da Lucio Battisti qui:http://www.youtube.com/watch?v=F3NhSTix6rM&index=2&list=PLE6A1EC6093E54079

 

Recensione: Native Self-sufficiency Center, Six Nation Museum, Tracking Project, Tree of Peace Society, di Parole di ringraziamento

25 Giu

parole di... cover2 

Quando questo piccolo delizioso libro mi è arrivato istintivamente l’ho aperto come si fa con un libro di preghiere. Effettivamente lo è. Ciò dimostra che il nostro cuore precede nella percezione delle cose il nostro cervello. Prodotto da Native Self-sufficiency Center, Six Nation Museum, Tracking Project, Tree of Peace Society, Parole di ringraziamento è composto da una serie di brevi testi sia nella lingua dei Iroquois ( Sei Nazioni), che in italiano. Nel loro insieme sono un piccolo poema di ringraziamento nei confronti della natura e di tutto ciò che in lei esiste e vive: animali, acque, piante , il sole, la luna, le stelle, i venti, il tutto espresso con intense semplici parole. Mi è subito venuto in mente San Francesco e il suo Cantico delle creature. Me lo sono andata a rileggere. Gli stessi elementi che compaiono in Parole di ringraziamento compaiono nel Cantico di Francesco, e anche il suo è un testo di ringraziamento nei confronti della natura e del suo Creatore, figura quest’ultima che compare anche nel testo indiano. Nell’introduzione si dice che Parole di ringraziamento è un testo antico: “ Sono parole che hanno radici antiche, risalgono a oltre mille anni fa, al tempo della promulgazione della Grande Legge della Pace, da parte di un uomo definito con il titolo di Peacemaker.
Ogni testo termina con delle bellissime e per noi inusuali parole: “ora le nostre menti sono una sola”; ovvero ringraziare ad esempio nostra Madre la Terra perché ci dà tutto quello di cui abbiamo bisogno”, fa sì che ci sentiamo uniti, addirittura diventiamo una sola mente. Perché le definisco inusuali? Perché sono la divisione, l’inimicizia, la solitudine a caratterizzare la nostra vita. Possiamo contare sulla nostra famiglia , altrimenti quasi sempre siamo soli e disperati nei momenti di difficoltà. Invece la struttura sociale dei Nativi Americani era la tribù, ovvero quell’insieme di molte famiglie, capace di proteggere e far fiorire la vita delle singole persone. Non a caso nel tempo della summer of love degli anni ’60 a San Francisco fu la tribù dei Nativi Americani ad essere presa a modello dai giovani hippies come esempio di una società armoniosa e anche amorevole. A questo proposito il primo testo del libretto intitolato “La gente” dice:” Oggi ci siamo riuniti e vediamo che i cicli della vita continuano. Ci è stato detto di vivere in equilibrio e armonia gli uni con gli altri e con tutte le cose viventi. Così ora uniamo le nostre menti mentre ci salutiamo e ci ringraziamo l’un l’altro come persone”. Un programma questo per cui varrebbe la pena darsi da fare. Peccato che il tempo in cui esso poteva essere ancora pratica sia finito, almeno a livello di massa, anche se esistono piccoli nuclei che provano a vivere secondo un atteggiamento di armonia tra loro e con la natura. “Parole di ringraziamento” è allora un appello rivolto al mondo da parte degli Iroquois, per ricordarci, anzi, come dice l’introduzione al testo per “ri-abituarci” ad una visione del mondo in cui la comunione tra noi e la natura sia ancora possibile perché con essa si vive meglio.
Tutti i testi di questo libretto sono un rendere grazie. Per rendere grazia a qualcuno o qualcosa bisogna accorgersene. Bisogna vederli, per vederli bisogna prenderne coscienza, solo allora ci rendiamo conto della loro più o meno utilità. Si dice nel testo:Rendiamo grazie a tutte le Acque del mondo perché calmano la nostra sete e ci danno la forza….”. oppure rivolgendosi alle Piante si dice: Esse sostengono e lavorano per produrre tante meraviglie. Esse sostengono una moltitudine di forme di vita…”; e ancora rivolto agli Animali il testo dice: “ Come persone hanno molte cose da insegnarci”…Insomma tutte le forme viventi vengono ringraziate e omaggiate. Come nel Cantico di San Francesco il Sole viene chiamato fratello: “ Ora salutiamo e ringraziamo nostro Fratello maggiore, il Sole…”. Lo stesso viene fatto per la Luna e le Stelle. La terra viene chiamata in entrambi i testi “Madre Terra”, fa impressione notare a questo proposito la somiglianza dei due testi, per questo li riproduco per intero: Il testo indiano dice: “ Noi tutti ringraziamo nostra Madre, la Terra, perché ci dà tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere. Lei ci sostiene nel nostro cammino sulla terra. Ci rallegra che ella continui a curarsi di noi come ha fatto fin dall’inizio dei tempi. A nostra Madre inviamo i nostri saluti e ringraziamenti”.
Ecco quello di San Francesco: “
Laudato si’, mi’ Signore, per sora nostra matre Terra,la quale ne sustenta et governa,et produce diversi fructi con coloriti flori et herba”. Del resto mi pare sia vero quello che si afferma a questo proposito nell’introduzione a Parole di ringraziamento. “ Noi crediamo che tutti i popoli a un certo punto della loro storia hanno avuto parole simili per riconoscere il lavoro del Creatore”.
Il testo è corredato dalle illustrazione di John Fadden, Clan della Tartaruga, Mohawk.
Un’ultima considerazione. Non è una pubblicazione a scopo di lucro, tutti i ricavi infatti vanno a finanziare nuove versioni in altre lingue, questa italiana è la decima in ordine di tempo. Il testo può essere richiesto al prezzo di 5 € presso Lato Selvatico, 0376/611265 (ore pasti) – morettig@iol.it .

Versione italiana: Giuseppe Moretti, Etain Addey, Sandra Busatta
http://nativeselfsufficiency.com/
http://www.sixnationsindianmuseum.com/

http://www.thetrackingproject.org/about.htm

il libretto in altre lingue:
http://www.thetrackingproject.org/products.htm

http://www.sixnationsindianmuseum.com/

www.treeofpeacesociety.info

http://www.sentierobioregionale.org/

Il Libro Ignorante

Pensieri a margine di quei cosi noiosi con tante pagine

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