E Kerouac cercava Dio ovunque
nell’alcool che beveva
e nella figlia identica a lui
che si era rifiutato di riconoscere –
lo cercava nella strada
nelle facce, nei corpi, negli autobus
nelle case, nei campi, nelle industrie
e lungo le ferrovie –
la strada fu il suo sentiero
il suo pellegrinaggio senza santuario
la strada era il suo Mandala
c’era lui, c’era Neal che era la vita in sé
e c’era Dio
che Jack non riuscì mai a vedere
E Kerouac cercava Dio ovunque
29 Dic“Il libro degli schizzi” di Jack Kerouac
7 LugGli schizzi di Kerouac
sono un lungo
unico poema
di vite che scorrono
di oggetti
erba
camion
e tra loro
uomini
Il 22 Giugno alle ore 21,30 parteciperò all’interno dello Spazio Guerra di Reggio Emilia in Piazza XXV Aprile n. 2 ad una discussione sulla Beat generation
7 GiuIl 22 Giugno alle ore 21,30 parteciperò all’interno dello Spazio Guerra di Reggio Emilia in Piazza XXV Aprile n. 2 ad una discussione sulla Beat generation; l’evento si situa all’interno della mostra sulla beat generation in corso fino al 22 Luglio: (http://www.spaziogerra.it/2017/04/03/community-era-echoes-from-the-summer-of-love/). Parlerò della figura di Neal Cassady a partire dal mio romanzo Il bardo psichedelico di Neal Altri partecipanti all’evento: Luciano Guidetti, curatore di Beat2Beat; Mirko Colombo di K – Rock Radiostation Interventi musicali dal vivo di Elia Baioni e Thomas Alghisi Selezione musicale di Mirko Colombo
E Kerouac cercava Dio ovunque
21 MagE Kerouac cercava Dio ovunque
nell’alcool che beveva
e nella figlia identica a lui
che si era rifiutato di riconoscere –
lo cercava nella strada
nelle facce, nei corpi, negli autobus
nelle case, nei campi, nelle industrie
e lungo le ferrovie –
la strada fu il suo sentiero
il suo pellegrinaggio senza santuario
la strada era il suo Mandala
c’era lui, c’era Neal che era la vita in sè
e c’era Dio
che Jack non riuscì mai a vedere
Un bellissimo documentario degli anni ’60 sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac
24 Feb
Contiene testimonianze dirette dei protagonisti della beat Generation; è presente anche Timothy Leary che dice cose stravaganti ma di grande interesse. Ci sono filmati dell’epoca davvero inediti sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac. Vi compaiono Ginsberg, naturalmente, ma anche Corso, Orlovsky, Waldman, Burroughs, gli studenti che la frequentano. Ci sono letture di poesie in mezzo alla strada, piccole manifestazioni contro la guerra interrotte da poliziotti che hanno la stessa età degli studenti e tutto sommato si comportano in modo gentile, li invitano a spostarsi dal centro della strada o li spostano di peso ma con maniere non violente.
Un mondo a parte quello beat-psichedelico-hippy nelle sue manifestazioni più spontanee, prima che il mercato se ne impossessasse.
Alla scuola di scrittura le lezioni avvengono in luoghi informali, tipo soggiorni con sedie e poltrone sparse qua e là. Gli insegnanti parlano come viene loro di fare lì per lì, in modo del tutto spontaneo, improvvisato, stanno in mezzo agli studenti, non c’è separazione tra gli uni e gli altri. Magnifico, teatrale, Ginsberg quando legge le sue poesie accompagnato dall’harmonium che suona anche bene. Burroughs, come dice Ginsberg nel commento al documentario sembra uno della CIA dai modi di fare calmi e prudenti. Adorante la sempre presente Fernanda Pivano che ascolta scegliendo un angolo della stanza in cui rifugiarsi dalla luce accecante di tanta genialità raccolta tutta insieme davanti a lei.
L’oro della scrittura di Jack Kerouac
13 GenTutto quello che guardava o faceva Kerouac diventava oro di scrittura. Anche solo camminare, parlare, guardare le persone in una tavola calda, o un gatto, o una nuvola…
Non so perché ma questo mi accade solo con lui. Se lo fa un altro è una noia mortale
L’improvvisazione di scrittura è lo stile della mente
13 DicNella letteratura italiana c’è l’impero della tradizione. Molti pensano che nella poesia non si siano fatti passi avanti dopo Dante e Petrarca. Secondo loro il poeta è colui che lima i suoi versi, cioè li abbellisce. Questo avviene perché in Italia non si sa improvvisare. Si pensa che in poesia improvvisare non si possa fare. Magari in teatro sì, in poesia no. Quelli che pensano così non sanno che l’improvvisazione poetica è uno stile, fa parte di un canone un bel pò successivo a Dante e Petrarca. Fu inaugurato da Jack Kerouac e Allen Ginsberg negli USA a partire dalla metà degli anni ’40. Jack per primo capì che l’improvvisazione di scrittura è lo stile della mente. E’ il ritmo della mente. Sì, perché l’unione di cuore e pensiero ( la cosiddetta ispirazione ) produce in poesia ( ma anche in prosa ) un ritmo determinato, un andamento molto determinato ma spontaneo, che in qualto tale non si può correggere. Oppure lo si può fare in minima misura e non per abbellire, confezionare meglio il prodotto.
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