Scrivo di gente
che a un certo punto fugge
a un terzo del cammino
della loro vita –
poi tornano
e qui falliscono
si perdono
non hanno più una strada
l’unica loro era la fuga
il cammino della fuga –
i passi che fanno fuggendo –
ma poi tornano
ma non conoscono
i passi del ritorno
così falliscono
si perdono
su se stessi si piegano
e non si alzano più –
oppure si adeguano
si normalizzano
cercano il potere
lo trovano
e non si “accendono” più
Scrivo di gente
28 FebSotto i prati
27 FebSotto i prati
e il grano verde
il segreto mormorio della terra
delle radici sottili
intrecciate e fresche
dei germogli che sbocciano
finalmente-
bisogna scrutare
e ascoltare
e immaginare per saperlo
Solo un minuto fa
23 FebSulla casa
splendeva il sole
solo un minuto fa –
ora neautra è la luce
e spento il verde del grano
Guardando un cane ad un semaforo insieme alla sua padrona
18 FebI cani
che non hanno internet
sempre osservano il mondo
( e spesso ne hanno paura)
Hospice: La pena e il dolore
16 FebLa pena mia
trattenuta
il suo dolore
trattenuto –
ma tutto negli occhi
e nella bocca
e nella pelle dura
da campagna
è il suo dolore –
occhi umidi
che non sanno piangere
che han visto mille cieli
mille colori della terra
milioni di spighe
coltivate –
lui ha questo viso
che mi fa pena
me l’ha fatta subito
appena entrato nella tisaneria
“si accomodi”
impacciato
è rimasto un po’ lì
in piedi
poi si è seduto
ha preso il thè
con la ciambella
aveva questo viso
da Clint Eastwood
nei suoi film più belli
quello di ora che è vecchio anche lui –
“Se non c’è la moglie” –
dice –
“non si sa con chi confidarsi,
se non c’è la moglie
in una casa non c’è niente”
“ Ma ha un figlio con lei in casa” –
provo a dire
già sapendo la debolezza
di queste parole
che non confortano
non riempiono
quando il vuoto
è così grande
quando lo spazio lasciato vuoto
è così grande
lo spazio del cuore dico –
“ Si” – dice -” ma come si fa
a confidarsi,
non si può –
accanto tre donne
nelle loro belle chiacchiere
di amiche –
e G. che suona il piano –
sento questa pena
trattenuta
come il suo dolore
trattenuto –
se esplodessero
sarebbe peggio
peggio
Improvvisazioni su standard di musica jazz
13 FebLentamente
Lentamente
che più lento
non saprei
più lento
non saprei
non saprei
e così
ti capovolgi
capovolgi
il discorso
non è musicale
il tuo
discorso
non è qualcosa
che si definisca –
è aria
aria
che vola
in mezzo ad altra aria
Una luce
Mi ricordo
una luce
una stanza
una notte
luna, nebbia, strada
mi ricordo
pioggia, nera
e stoffe rosse
che ballavano
mi ricordo
una pista tonda
stoffe rosse che ballavano
Una storia su cui potrei anche scrivere un racconto o addirittura un romanzo
6 FebChe importano gli anni
che importa il tempo
quel che rimane
sono le immagini –
e io vedo
una casa strana
una casa che era una specie di loft
per forza un loft –
che era stato una fabbrica
e ora era un loft
senza cibo
naturalmente
senza odori di cibo preparato
in casa –
e quando si usciva
per il ristorante
si diceva
“che buono odore che esce
dalla casa del portiere” –
e già da allora
nel tempo della nebbia
antica
sentivo in me
che solo quell’odore
era una casa –
e insomma
c’era questo posto
che essendo stato una fabbrica
aveva questo stanzone vuoto
dove
non so dove
non so come
armadi
scaffali
arnesi
insomma intere stanze
erano nascoste
incassate
da qualche parte
ma c’erano –
ma ricordo una tavola nera
con sopra
canovacci pieni
di arance
che erano state spremute –
e questo modo di spargere
su canovacci decine di
arance spremute
mi sembrava una cosa bella e strana –
sì
perché io lì
invidiamo e ammiravo
tutto e tutti
e mi sentivo un pesce fuor d’acqua
una che lì non c’entra
non è dei nostri
una che solo ci guarda
che è come mi sentivo sempre
allora –
alzando lo sguardo
dallo stanzone delle arance spremute
vidi il soppalco
dove sdraiata nel letto
stava lei, la Dea
la bella
la ricca
la amata –
e poi tutto deve essere precipitato
per lei, per noi
per tutti –
ci siamo salvati
alcuni
guardando
dentro noi stessi
e trovandoci
noi malgrado
anzi
malgrado noi
qualcosa di bello
La farfalla
2 FebAni fa
in un’aula di scuola
sulla finestra
una farfalla marrone –
qualcuno vede
la mia pena
il mio timore per lei
e allora la schiaccia
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