E’ notte, non c’è nessuno
ma mi faccio coraggio
e affronto questo buio
la piazza
poi la strada
poi i portici
ho paura
e non so nemmeno
qual è la mia meta
Qual è la mia meta?
1 DicUn bellissimo documentario degli anni ’60 sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac
24 Feb
Contiene testimonianze dirette dei protagonisti della beat Generation; è presente anche Timothy Leary che dice cose stravaganti ma di grande interesse. Ci sono filmati dell’epoca davvero inediti sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac. Vi compaiono Ginsberg, naturalmente, ma anche Corso, Orlovsky, Waldman, Burroughs, gli studenti che la frequentano. Ci sono letture di poesie in mezzo alla strada, piccole manifestazioni contro la guerra interrotte da poliziotti che hanno la stessa età degli studenti e tutto sommato si comportano in modo gentile, li invitano a spostarsi dal centro della strada o li spostano di peso ma con maniere non violente.
Un mondo a parte quello beat-psichedelico-hippy nelle sue manifestazioni più spontanee, prima che il mercato se ne impossessasse.
Alla scuola di scrittura le lezioni avvengono in luoghi informali, tipo soggiorni con sedie e poltrone sparse qua e là. Gli insegnanti parlano come viene loro di fare lì per lì, in modo del tutto spontaneo, improvvisato, stanno in mezzo agli studenti, non c’è separazione tra gli uni e gli altri. Magnifico, teatrale, Ginsberg quando legge le sue poesie accompagnato dall’harmonium che suona anche bene. Burroughs, come dice Ginsberg nel commento al documentario sembra uno della CIA dai modi di fare calmi e prudenti. Adorante la sempre presente Fernanda Pivano che ascolta scegliendo un angolo della stanza in cui rifugiarsi dalla luce accecante di tanta genialità raccolta tutta insieme davanti a lei.
Il destino
16 MarNon c’è il destino –
ci sono strade
che ci prendono
dove vogliono ci portano –
ci sono decisioni
che da sole decidono
Parlami!
20 GenAnche se so poco
anche se so niente
di buddismo e cristianesimo
anche se è così
perché leggere un pò
non è sapere
praticare un pò
non è praticare
lo stesso mi viene da pensare
che quando Francesco
nel film della Cavani
urla, piange
grida Parlami!,
so cosa invoca
so chi invoca
perché a volte quando ti va bene
l’erba sui cui cammini
ti parla
ti parla di luce e vita
di freschezza
e di germogli
appena spuntati –
ma a volte invece
l’erba è solo erba
e non ti parla
è solo qualcosa di verde
che nasce-cresce-muore
proprio come te
e allora anche tu
più silenziosamente
più indegnamente
che nel film della Cavani,
allora dentro di te anche tu
chiedi: parlami!
torna a parlarmi
perché anche l’erba
ha una voce
e poi non ce l’ha più
ti parla
e poi non ti parla più –
e quando ti parla
senti che dietro quell’erba
c’è qualcuno
un’entità, un essere
diverso da te
che non nasce-cresce-muore
ma sempre è
La mente è anche una caverna
18 GenLa mente è anche una caverna
su una montagna alta
bianco-rosa come fosse di marmo –
dentro c’è un uomo
un monaco oppure no
sta lì
medita
guarda dentro di sè
la fiamma gialla di Buddha –
ha già scacciato i demoni
i suoi pensieri ossessivi
preoccupazioni
paure
di malattie indicibili –
li ha già sconfitti
osserva la sua fiammella gialla
lì in mezzo al suo petto –
ne silenzio
che a volte è così profondo
non è “nulla”
è “qualcosa”
di denso
è aria riempita
di qualcosa di invisibile
ma che c’è –
ecco cos’è il silenzio
a volte –
è giusto isolarsi
non ascoltare – vedere
più quel che di mostruoso
il mondo genera?
Forse non è giusto
ma è necessario –
vedo
su quella montagna scoscesa
bianco -rosa
come marmo
l’apertura
della caverna dove
l’uomo-monaco
sta
ad osservare
quella fiammella
in mezzo al petto
Inconscio e Karma
29 DicMi accorgo
che tutto avviene dentro di me
a mia insaputa –
l’Occidente lo chiama Inconscio
il Buddismo Karma
Matthieu Ricard: The habits of happiness
13 Novhttps://www.ted.com/talks/matthieu_ricard_on_the_habits_of_happiness/transcript?language=en#t-248674
” E allora come dobbiamo procedere nella nostra ricerca della felicità? Molto spesso noi guardiamo fuori di noi. Noi pensiamo che dovremo mettere insieme questo e quello, tutte le condizioni tutto per per dire, qualsiasi cosa per essere felice. Bisogna avere tutto, per essere felice. Questa frase indica il modo più sicuro per distruggere la felicità. Avere tutto. Se ci dimentichiamo qualcosa, è la rovina! E così quando qualcosa va male noi cerchiamo di trovare al di fuori la soluzione, ma il controllo del mondo esterno è limitato, temporaneo, e spesso illusorio. E ora guardiamo alle condizioni interne. Forse che non sono queste le più forti? Non é la mente che ci traduce le condizioni esterne in felicità o sofferenza. Non è questa la più forte? Sappiamo per esperienza, che possiamo essere in un piccolo paradiso e dentro di noi essere totalmente infelici. ….”
Un bellissimo video di Joan Halifax, buddhista roshi, si dedica alle persone nello stadio terminale della loro vita
1 NovUn bellissimo video di Joan Halifax, buddhista roshi, si dedica alle persone nello stadio terminale della loro vita
http://saggezzafolle.blogspot.it/2011/01/ed-ecco-per-voi-uno-splendido-video-di.html
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