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Un bellissimo documentario degli anni ’60 sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac

24 Feb

 

 

 

Contiene testimonianze dirette dei protagonisti della beat Generation; è presente anche Timothy Leary che dice cose stravaganti ma di grande interesse. Ci sono filmati dell’epoca davvero inediti sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac. Vi compaiono Ginsberg, naturalmente, ma anche Corso, Orlovsky, Waldman, Burroughs, gli studenti che la frequentano. Ci sono letture di poesie in mezzo alla strada, piccole manifestazioni contro la guerra interrotte da poliziotti che hanno la stessa età degli studenti e tutto sommato si comportano in modo gentile, li invitano a spostarsi dal centro della strada o li spostano di peso ma con maniere non violente.
Un mondo a parte quello beat-psichedelico-hippy nelle sue manifestazioni più spontanee, prima che il mercato se ne impossessasse.
Alla scuola di scrittura le lezioni avvengono in luoghi informali, tipo soggiorni con sedie e poltrone sparse qua e là. Gli insegnanti parlano come viene loro di fare lì per lì, in modo del tutto spontaneo, improvvisato, stanno in mezzo agli studenti, non c’è separazione tra gli uni e gli altri. Magnifico, teatrale, Ginsberg quando legge le sue poesie accompagnato dall’harmonium che suona anche bene. Burroughs, come dice Ginsberg nel commento al documentario sembra uno della CIA dai modi di fare calmi e prudenti. Adorante la sempre presente Fernanda Pivano che ascolta scegliendo un angolo della stanza in cui rifugiarsi dalla luce accecante di tanta genialità raccolta tutta insieme davanti a lei.

11,20 del mattino

6 Dic

Questa nebbia
che ancora s’alza
lenta
dal campo

a righe verdi 

Scrivendo la mente si svuota ma poi di nuovo di riempie

21 Lug

La mente sì magari si svuota scrivendo – ma poi si riempie di nuovo di ansie e paure di immagini e ricordi -e mi viene in mente il film La gatta sul tetto che scotta il dramma familiare che c’è dentro mi vengono in mente tanti spezzoni lui Paul Newman bellissimo ma più che bellissimo affascinante che ti porta con la mente dove vuole lui e poi mi viene in mente il film L’ultima notte di quiete e Alan Delon bellissimo ma soprattutto che ti porta  con la mente dove vuole lui – l’amore per gli attori si materializzava quando ero ragazzina
con il collezionare le loro foto -erano in bianco e nero e si compravano dal cartolaio con le amiche le guardavamo e sognavamo mi piaceva soprattutto Stewart Granger mi dava una specie di struggimento -buffo a pensarci oggi che hai a portata di clic milioni di immagini -noi invece dovevamo prima di tutto mettere da parte i soldi per andare in cartoleria poi andarci con le amiche scegliere la/le foto che ci piacevano e comprarle -chissà come dicevamo forse “vorremmo comprare delle foto di attori” dovevano essere dentro dei grandi album pieni di foto e noi probabilmente li sfogliavamo con calma e poi sceglievamo e forse dicevamo al cartolaio “prendiamo queste due” –
chissà quanto costavano

 

Giardino al tramonto

1 Lug

E’ solo un giardino emiliano
ma ascoltarlo
di sera al tramonto
ti sembra
una piccola giungla

improvvisazione senza titolo

18 Set

E scavo rovine profonde nere di pioggia
in strade nere di pioggia
cristalli bianchi scendono da un cielo che non si vede
è neve solida lenta nello scendere,  non tocca terra –
c’è una donna che alza il viso a questi fiocchi di neve asciutta
un viso, il corpo non c’è oppure non si vede o è di nero vestita –
intorno, ho detto, è notte
ma come se il sole si fosse spento o qualcuno l’avesse spento –
se questo è quel che la mia mente lasciata a se stessa scrive
in questa “reale” bella giornata di settembre
mi stupisco
e mi domando ma chi siamo allora noi?
solo immagini ( cioè vacuità) passeggere
quandri, parole, colore di pennelli

Visione

29 Ago

E c’erano cavalli
c’era un confine
che loro attraversavano
venivano da me
ma non avevo
abbastanza erba per nutrirli

Il Libro Ignorante

Pensieri a margine di quei cosi noiosi con tante pagine

Matavitatau

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