Palde Gyatso in “The fire under the snow”
11 MarPalde Gyatso
in “The fire under the snow” –
il film è la sua faccia
gli occhi sono la sua faccia –
RISOLUTI
DETERMINATI
INDOMITI
FORTI
MA DOLCI –
non tutti sono come lui
dicono nel film gli amici –
dopo tanto dolore
come si fa ad avere quel viso?
il carcere e le torture
non servono solo punire
si vuole cambiare
la mente dei tibetani
far loro cambiare idea
non desiderare più l’indipendenza –
dice l’esperto occidentale –
su tutti Palden
allunga la luce ardente
dei suoi occhi
ancora stupiti di essere vivo
sano
avere una casa tranquilla
in cui vivere
sentire il suono malinconico e dolce
della pioggia –
poter versare latte
in un tegamino per scaldarlo –
stupito sembra ancora
di poter di nuovo pregare,
recitare mantra
leggere i sacri testi-
stupito sembra ancora
che italiani di Amnesty International
si siano mossi per liberarlo
dalle carceri cinesi in Tibet –
lui che ormai dopo 33 anni di prigionia
era arrivato, come dice nel film,
a non credere più negli uomini –
ma ora se ne sta
nella sua piccola casa a Dharamsala
tra le immagini sacre
i lumini
e le foto di S.S. il Dalai Lama
che in carcere sognava
venisse a liberarlo
oggi
5 MarDavanti al cimitero del mio paese
che sembra una villa palladiana
o giù di lì
che da lontano ha una grande entrata
per cavali e cocchi…
qui davanti
nella mia mente flash di vita mia
parole di vita mia-
ci sono ad esempio
piccole cose insopportabili da fare
soprattutto le telefonate –
vorresti permetterti qualche debolezza
che qualcuni le facesse per te –
non è possibile
nessuno capisce mai
questo desiderio di debolezza
nelle persone indipendenti –
e accanto a questo un flash antico –
vestita da ufficiale tipo’800
divisa bianca
in una gran villa a carnevale-
secoli d’altre mie vite fa-
volevo piacere
c’era R.R.
che faceva l’annoiato
lui neanche mi guardò
e neanche gli altri –
ma c’era dentro me
quel non piacermi
che doveva fare un cattivo
psicologico odore
di giovane che non si ama-
questo è un flash doloroso
come quello del non potersi
mai permettere debolezze
perché si è persone indipendenti
e così si è sempre soli-
e poi poco dopo
quando la favola durata qualche anno
mostrava sotto lo strato di zucchero
il topo di fogna del dolore
a Berlino –
almeno allora città orrenda-
guardavo uomini per piacere loro
ma il mio sguardo doveva essere
orrendo come la loro città
e così distoglievano lo sguardo-
così poi di dolore in dolore
un’ultima scena che non racconto
mi ha portato a simpatizzare
con quei monaci e monache tibetani
d’amaranto e rosso vestiti
che ridono sempre
eppure laggiù in Tibet
si fanno bruciare
pur di gridare
un’ultima parola di libertà
Fuoco
19 FebVorrei guardare il fuoco nel camino
senza pensare alle fiamme
che avvolgono corpi in Tibet,
dove si va da un convento
a un incorcio di strade
portando con sè olio o benzina –
vorrei guardare il fuoco nel camino
scaldarmi le mani
senza pensare
al dolore del fuoco
che brucia la pelle –
vorrei guardare il fuoco
del camino
pensando ad un haiku da scrivere
sulla mutevolezza
di ciò che vive –
e non ad un giovane corpo
di donna che brucia
alla sua veste che prende fuoco
alle sue braccia
che prendono fuoco –
vorrei…
ma non posso più
Burned
14 FebSarà un segreto
vuol essere un segreto
silenzioso ma con parole –
non scriverò tutto
quello che il cuore tiene
contiene, trattiene prima del pianto –
perché, pare,
non c’è niente di cui piangere –
che dire di un volto di bambina?
riuscirò oltre che pensarla
scriverla la parola burned
bruciata
avvolta da fiamme? –
ritta, è così piccola, minuta –
ma avvolta dalle fiamme
sta in piedi –
tutte le monache,
non tutte, alcune monache
che ho visto, conosciuto
sono così piccole, minute
addosso un semplice telo cucito
hanno quell’aria infantile, innocua –
loro credono così tanto
che il corpo è solo carne
involucro
che si può buttare –
loro credono così tanto
che rinasceranno
loro credono così tanto
che il sacrificio di sé
per altruismo è karma buono –
loro credono così tanto
che rinasceranno
in una condizione umana migliore
magari rinasceranno liberi
rinasceranno ancora più altruisti –
bisogna capirli –
c’è gente al mondo
che ancora crede
in qualcosa di grande
Commenti recenti