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Lenore Kandel e il potere delle parole

13 Nov

“Word Alchemy” (1967 ) è la raccolta poetica più visionaria di Lenore Kandel. Le visioni di Lenore sono rivolte a tutto ciò che esiste, che forse esiste, che potrebbe esistere. Perché secondo lei «each beast contains its god, all gods are dreams, all dreams are true» (come scrive nella poesia “Freak show and finale” contenuta in questa raccolta).  Allora anche se le parole non sono le cose in Lenore acquistano questo potere. Word Alchemy parla infatti di uomini-animali, donne-luna, petali che contengono l’universo. E ne parla nella stessa maniera delle cose che si vedono e si toccano. Per Lenore realtà e immaginazione si eguagliano, ai suoi occhi sono “vere” entrambe.

Di cosa è frutto la parola alchemica? E soprattutto può avere il potere di trasformare la realtà? Sì se si parte dal presupposto che la realtà come dato definitivo non esiste, ma esiste solo la trasformazione, che cambia forma, colore, attitudine. Essa avviene in un tempo e  luogo che non sono quelli ordinari, dove regna incontrastata la vacuità di tutte le cose. Dove le nostre aspirazioni, certezze, paure non hanno nessun potere. In “Word Alchemy” Lenore Kandel parla di tutto questo, e anche della natura selvatica, animale degli esseri umani,  capaci di fare il bene e il male, di uccidere e di amare.

Le donne hanno lo sguardo che va nel profondo delle cose,
possono vedere direttamente la trasformazione
la possono percepire, toccare.
Hanno gli occhi che contengono memorie dei tempi antichi
quando dei e esseri umani non erano ancora stati divisi
hanno occhi verdi e ali bianche
gli uomini non hanno ancora ucciso dentro di sé il lupo
hanno spine dorsali tatuate
e la lingua incrostata di stelle
i poeti hanno il volto della tigre mentre leggono i loro testi
e ci sono direzioni dove andare
che non sono mai esistite
e c’è silenzio che è solo nel labirinto di una rosa
e c’è lei, Lenore, che esige
come Kerouac
di vedere il volto di Dio
così come
il girino chiede
di diventare rana
perché le barriere del tempo
sono solo convenzioni
e lei Lenore esige anche
risposte per ciò di cui
non ha ancora conosciuto la domanda
e c’è anche la incapacità
di amare i propri nemici
perché è più facile
amare uno sconosciuto
piuttosto che i tiranni
quelli che
“hanno massacrato gli angeli”
e hanno loro legato
le gambe e tagliato
“le gole setose”
gli stessi tiranni
che si sono mangiati
“l’Agnello di Dio”.

*Alcune poesie di Word Alchemy, tradotte in italiano,  si trovano in “The beat book”, a cura di Anne Waldman, Il saggiatore, 1996.
In internet in lingua originale si possono leggere sul sito: http://thefiendjournal.wordpress.com/2014/02/17/lenore-kandel-poems-and-prose-6/ 
Per una recente pubblicazione delle opere di Lenore Kandel: http://www.northatlanticbooks.com/catalog/display.pperl?isbn=9781583943724

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