Archivio | febbraio, 2017

Improvvisazione ascoltando “When He Returns” di Bob Dylan nel sito di Maggie’s farm

24 Feb

Da luoghi lontani arriva la voce
ed è emozione
pura di cuore
ci crede a quello che dice-canta
a quello che crea
ci crede
è suo
è roba sua
ci spera nel Suo ritorno –
tutti speriamo in un ritorno
tutti abbiamo uno, due ritorni
che vorremmo
ognuno ha i suoi –
Bob vuole il ritorno di Cristo –
chissà se Bob ha mai letto
“Il grande inquisitore” ne I fratelli Karamazov
( “perché dunque sei venuto a darci impaccio?”)
non tutti, secondo Dostoevskij
vogliono il ritorno di Cristo –
Bob sì
e le sue parole sono così piene di speranza –
chissà se ora ci crede ancora

Un bellissimo documentario degli anni ’60 sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac

24 Feb

 

 

 

Contiene testimonianze dirette dei protagonisti della beat Generation; è presente anche Timothy Leary che dice cose stravaganti ma di grande interesse. Ci sono filmati dell’epoca davvero inediti sulla scuola di scrittura di Boulder dedicata a Jack Kerouac. Vi compaiono Ginsberg, naturalmente, ma anche Corso, Orlovsky, Waldman, Burroughs, gli studenti che la frequentano. Ci sono letture di poesie in mezzo alla strada, piccole manifestazioni contro la guerra interrotte da poliziotti che hanno la stessa età degli studenti e tutto sommato si comportano in modo gentile, li invitano a spostarsi dal centro della strada o li spostano di peso ma con maniere non violente.
Un mondo a parte quello beat-psichedelico-hippy nelle sue manifestazioni più spontanee, prima che il mercato se ne impossessasse.
Alla scuola di scrittura le lezioni avvengono in luoghi informali, tipo soggiorni con sedie e poltrone sparse qua e là. Gli insegnanti parlano come viene loro di fare lì per lì, in modo del tutto spontaneo, improvvisato, stanno in mezzo agli studenti, non c’è separazione tra gli uni e gli altri. Magnifico, teatrale, Ginsberg quando legge le sue poesie accompagnato dall’harmonium che suona anche bene. Burroughs, come dice Ginsberg nel commento al documentario sembra uno della CIA dai modi di fare calmi e prudenti. Adorante la sempre presente Fernanda Pivano che ascolta scegliendo un angolo della stanza in cui rifugiarsi dalla luce accecante di tanta genialità raccolta tutta insieme davanti a lei.

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21 Feb

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tra te e le parole scritte
che non ti sono piaciute –
o forse
è solo paura

La paura divincere

15 Feb

Mi ricordo la paura di vincere a tennis –
deve esserci una responsabilità
che si prende
una responsabilità…
dev’esserci un dover essere
nel vincere
primeggiare
uscire dal coro
che ti fa preferire il perdere –
il perdere al vincere
che ti fa preferire il tran tran quotidiano
all’avventura che potrebbe darti un senso
un senso pieno della vita
invece del privo di senso
del semplice alzarsi-vestirsi-andare al lavoro –
dev’esserci un motivo
che ti fa perdere invece di vincere
che ti fa rinunciare
invece di provarci –
la pigrizia dev’essere
qualcosa che ancestralmente
doveva essere vantaggioso
e che ci portiamo dietro.

Neal Cassady ovvero la versione di Dianella

6 Feb

8th of May

Spostare di un passo la fine del proprio cammino perché anche l’ultima minima distanza può rivelare una nuova visione dell’esistente e di se stessi. Il mantra della Beat 01Generation, movimento letterario di cui Dianella Bardelli si innamorò giovanissima, trasformando la sua passione in un’autentica benzina dello spirito.

Ex insegnante di Lettere, scrittrice e saggista, animatrice di corsi di scrittura creativa secondo il metodo della poesia e prosa spontanea, qualche anno fa pubblicò un bellissimo testo per Vololibero, un romanzo ispirato alla vita e alla morte di Neal Cassady, una fonte d’ispirazione potente per molti dei titoli che diedero celebrità al movimento.

Il bardo Psichedelico di Neal è in primo luogo una dichiarazione d’amore della sua autrice verso quest’uomo, randagio y final. Poi è un romanzo che soddisfa quella necessità intima di parola stampata e dialogo narrativo che ogni lettore accende quando il suo mondo diventa il libro che ha aperto…

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