Figlia di mia madre,
stessi occhi, stesse rughe d’espressione ai lati della bocca.
Lei, con qual veleno silenzioso,
quella termite instancabile nei sogni,
quella memoria automatica all’improvviso nel battito cardiaco,
quel demone sfocato dentro.
Lei, mia madre, con Auschwitz ancora nei neuroni della retina,
più forte di un herpes, più lungo della morte.
E io, ignara, bambina, che le trotterellavo dietro nella disciplina che credevo sua
E adesso so dove l’ha imparata, nell’angoscia degli odori
Adesso so dove l’ha contratta,
nell’irraccontabile che ha occupato la nostra casa per intero,
anche la cucina,
anche le pieghe delle lenzuola,
nell’indicibile che ha sfidato il suo italiano elementare.
Io, che non ho capito o non ho voluto capire
fino a dopo il mio stesso matrimonio.
Lei credeva di proteggermi nel tacermi la verità.
Io non volevo ferirla con domande
E ad ogni domanda mi pareva di brandire un coltello
E di minacciarla con la mia curiosità inopportuna.
Auschwitz nel suo sangue, nel cordone ombelicale,
tra la mia pancia e il suo utero, nei cromosomi,
è la mutazione che ti scianca,
la malattia che ha azzoppato me e le mie sorelle.
Auschwitz, presente indicativo, ancora.
Possono i figli di chi è sopravvissuto parlare dell’esperienza dei genitori?
Non oserebbero certo la prima persona singolare,
anche se hanno respirato, non sapendolo,
il fumo dei forni durante la loro infanzia,
l’impotenza,
l’umiliazione,
la perdita, il terrore
l’odio la morte
ammucchiati indistricabili.
La distruzione dell’anima di mia madre, ho respirato, senza rendermene conto,
e sono ancora qui che balbetto parole che non dicono.
Auschwitz è più lungo della morte, è il filo nero nella tela della nostra vita.
Non è bastato distogliere l’attenzione,
non è servito far come e se tutto fosse normale,
non ha funzionato non saperne nulla.
Mio malgrado, come un’ombra nell’inconscio,
Auschwitz rilascia morte e ancora morte,
anche dopo la morte della mamma.
Poesia di Anna Segre tratta da da https://www.benecomune.net/rivista/rubriche/opere/segre-e-di-segni-fatina-sed-e-londa-lunga-di-auschwitz/
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